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Descrizione
La storia del Monastero di Montevergine è indissolubilmente legata a quella della sua fondatrice: Smeralda Eustochia Calafato, proclamata Santa da Papa Giovanni Paolo II nel 1988.
Giovane di particolare bellezza, tanto che la leggenda la vuole come la modella del celebre ritratto di Antonello da Messina l'«Annunciata», nutriva sin da giovanissima il desiderio di dedicare la sua vita al Signore ma il padre, un ricco commerciante, contrastava la sua scelta. Quando il padre morì, Smeralda ─ che prendendo i voti si chiamò Eustochia ─ entrò a far parte dell'ordine delle clarisse. Osteggiata dai fratelli, che minacciavano di dare alle fiamme il convento che la ospitava, fu accolta nel monastero di Basicò. La necessità di dedicarsi alle regole dell'ordine di Santa Chiara in maniera più rigida di quanto avvenisse nel monastero che la ospitava, le fece ottenere da Papa Callisto III l'autorizzazione a fondarne un altro presso l'ex ospedale dell'Accomandata: era il 1460. Lì rimase fino al 1464, quando fondò il monastero di Montevergine.
Il sito sorge lungo la via XXIV Maggio (una volta via dei Monasteri e tra le principali arterie urbane prima del 1908) ed è meta di moltissimi turisti che vanno innanzitutto a visitare il corpo incorrotto di Santa Eustochia, che è esposto sopra l'altare in una teca di vetro che ha resistito anche ai danni dovuti al sisma del 1908. Dopo il terremoto, il monastero fu riaperto al culto nel 1929. Il visitatore è subito affascinato dal clima accogliente della chiesa a un'unica navata, ornata da forme architettoniche armoniose e arricchito da tarsie marmoree e altari e capitelli decorati da putti.
All'interno è possibile inoltre ammirare la tela posta sull'altare maggiore che raffigura la Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara realizzata nel 1658 dal pittore Giovan Battista Quagliata, il quadro che ritrae San Francesco che riceve le Stimmate dipinto da Michele Panebianco nel XIX sec., e quello di San Biagio, datato 1931, che è opera di Gaetano Corsini.
Purtroppo sono moltissime le opere andate distrutte dopo il sisma ma nei locali della cappella superiore, dove si trova il corpo della Santa, è possibile ammirare opere e suppellettili sacre di grande valore.
Giovane di particolare bellezza, tanto che la leggenda la vuole come la modella del celebre ritratto di Antonello da Messina l'«Annunciata», nutriva sin da giovanissima il desiderio di dedicare la sua vita al Signore ma il padre, un ricco commerciante, contrastava la sua scelta. Quando il padre morì, Smeralda ─ che prendendo i voti si chiamò Eustochia ─ entrò a far parte dell'ordine delle clarisse. Osteggiata dai fratelli, che minacciavano di dare alle fiamme il convento che la ospitava, fu accolta nel monastero di Basicò. La necessità di dedicarsi alle regole dell'ordine di Santa Chiara in maniera più rigida di quanto avvenisse nel monastero che la ospitava, le fece ottenere da Papa Callisto III l'autorizzazione a fondarne un altro presso l'ex ospedale dell'Accomandata: era il 1460. Lì rimase fino al 1464, quando fondò il monastero di Montevergine.
Il sito sorge lungo la via XXIV Maggio (una volta via dei Monasteri e tra le principali arterie urbane prima del 1908) ed è meta di moltissimi turisti che vanno innanzitutto a visitare il corpo incorrotto di Santa Eustochia, che è esposto sopra l'altare in una teca di vetro che ha resistito anche ai danni dovuti al sisma del 1908. Dopo il terremoto, il monastero fu riaperto al culto nel 1929. Il visitatore è subito affascinato dal clima accogliente della chiesa a un'unica navata, ornata da forme architettoniche armoniose e arricchito da tarsie marmoree e altari e capitelli decorati da putti.
All'interno è possibile inoltre ammirare la tela posta sull'altare maggiore che raffigura la Madonna degli Angeli con San Francesco e Santa Chiara realizzata nel 1658 dal pittore Giovan Battista Quagliata, il quadro che ritrae San Francesco che riceve le Stimmate dipinto da Michele Panebianco nel XIX sec., e quello di San Biagio, datato 1931, che è opera di Gaetano Corsini.
Purtroppo sono moltissime le opere andate distrutte dopo il sisma ma nei locali della cappella superiore, dove si trova il corpo della Santa, è possibile ammirare opere e suppellettili sacre di grande valore.