Duomo di Messina

Piazza del Duomo, Piazza Duomo. (Apri Mappa)
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Descrizione

In posizione centralissima, si erge la cattedrale di Messina. Si sa per certo che già nel 1198 in quel luogo sorgeva una chiesa dedicata alla Vergine Maria dalla regina Costanza. Quasi interamente distrutta da un incendio durante i funerali del re Corrado IV, dopo il 1300 si cominciò a ricostruire l’edificio, abbellendolo di mosaici in stile bizantino. All’esterno fu realizzato un corpo aggiunto segnato da finestre bifore, una delle quali ancora originale. Nei secoli grandi artisti si susseguirono alla creazione di opere all’interno e all’esterno dell’edificio: il lombardo Pietro da Boninate, il carrarese G. B. Mazzolo, Letterio Subba, Antonello Gagini, Giovanni Angelo da Montorsoli, Ignazio Buceti, Andrea Calamech, il Guarino, il Ferrante di Bologna, solo per citarne alcuni. Il complesso musivo subì numerosi danni durante i terremoti del 1693 e del 1783, anno in cui crollò anche il campanile. Nel 1863 cominciarono i lavori di restauro, ma un altro terremoto, quello disastroso del 1908, distrusse il Duomo per intero. La ricostruzione, sovvenzionata dal Governo fascista, si concluse con l’inaugurazione del monumento il 15 agosto del 1929. Allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale, Messina fu vittima dei bombardamenti e nel 1943 spezzoni incendiari a scoppio ritardato caddero dentro la navata del Duomo, provocando un incendio che fece più danni dello stesso terremoto. Riavviata nuovamente la ricostruzione, nel 1947 il Duomo tornò ad essere consacrato e riaperto ai cristiani messinesi. 

La Basilica cattedrale oggi occupa una superficie di cinquemila mq, ha pianta a tre navate separate da due file di dodici colonne in cemento armato sormontate da capitelli anch’essi in cemento armato, copia fedele di quelli in pietra esistenti prima. Al centro dell’altare maggiore oggi spicca un quadro della Madonna della lettera di Adolfo Romano ricoperto da una manta d’argento. Incantevole è anche il grande organo polifonico ricostruito e inaugurato nel 1948 composto da ben 17.500 canne.

Particolare interesse suscita la visita al tesoro, dove sono custodite diverse e importanti opere, tra le quali è possibile ammirare la manta d’oro del 1668, voluta dal Senato messinese e pagata con le somme imposte ai laureandi dell’Università, utilizzata durante determinate cerimonie (quali la festa del 3 giugno dedicata alla Madonna della Lettera, patrona della città dello Stretto) per ricoprire il quadro della Vergine; una pigna di cristallo di rocca utilizzata come reliquiario dei capelli della Madonna.