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- Chiesa di Sant'Elia
Descrizione
In pieno centro cittadino, nell'omonima via, si trova la chiesa di Sant'Elia, tempio che ─ come pochi ─ è rimasto indenne al disastro del 1908.
Il sito conserva il portale barocco del 1694 e, al suo interno, parte dell'originaria decorazione a stucchi e diversi affreschi, ripristinati nel 1850, che raffigurano la "Natività", l’"Adorazione dei Magi", "Gesù Bambino al Tempio" e il "Battesimo di Cristo". Le opere furono realizzate dai fratelli Filocamo, affermati artisti messinesi della prima metà del XVIII secolo. Altre tele della bottega dei Filocamo - "Ultima Cena", "Crocifissione", "San Francesco" - sono state invece trasferite al Museo Regionale. Per accedere all'interno della chiesa è necessario scendere qualche gradino poiché l'edificio si trova al livello stradale pre-sisma. Al centro dell'altare maggiore si trova un scultura in marmo bianco dedicata alla Madonna della Lettera.
Nel 1743, mentre la cittadinanza era afflitta dalla peste, il Senato messinese proclamò il Santo a cui la chiesa è dedicata patrono della città e, ogni 27 luglio, gli offriva due ceri di 20 chili ciascuno. Il rito proseguiva con la celebrazione di una messa solenne.
Il sito conserva il portale barocco del 1694 e, al suo interno, parte dell'originaria decorazione a stucchi e diversi affreschi, ripristinati nel 1850, che raffigurano la "Natività", l’"Adorazione dei Magi", "Gesù Bambino al Tempio" e il "Battesimo di Cristo". Le opere furono realizzate dai fratelli Filocamo, affermati artisti messinesi della prima metà del XVIII secolo. Altre tele della bottega dei Filocamo - "Ultima Cena", "Crocifissione", "San Francesco" - sono state invece trasferite al Museo Regionale. Per accedere all'interno della chiesa è necessario scendere qualche gradino poiché l'edificio si trova al livello stradale pre-sisma. Al centro dell'altare maggiore si trova un scultura in marmo bianco dedicata alla Madonna della Lettera.
Nel 1743, mentre la cittadinanza era afflitta dalla peste, il Senato messinese proclamò il Santo a cui la chiesa è dedicata patrono della città e, ogni 27 luglio, gli offriva due ceri di 20 chili ciascuno. Il rito proseguiva con la celebrazione di una messa solenne.